Le ricerche dei meteorologi confermano la prospettiva di frequenti grandinate legate al climate change. Progettisti e costruttori cercano soluzioni.
Si chiama climate change e troppo spesso lascia indifferenti i molti che non ne vedono l’impatto immediato sulla propria vita. Eppure, ci sono momenti sempre più frequenti nei quali siamo costretti a fare i conti con gli effetti di questo fenomeno: le cosiddette bombe d’acqua e le grandinate sempre più devastanti.
Stando ai dati dell'European Severe Storms Laboratory, la precipitazione di chicchi di grandine grandi come noci o talvolta come albicocche sta diventando sempre più frequente in buona parte d’Europa e in particolare in Italia. Triplicate in meno di vent’anni, secondo i meteorologi aumenteranno di frequenza tra il 47% e il 139% rispetto a oggi.
Un processo che i ricercatori legano al riscaldamento globale, in quanto favorisce l’aumento dell'evaporazione d'aria carica d'umidità dal mare o dalla superficie terrestre; quando le correnti ascensionali spingono l’umidità verso le quote alte e fredde delle nubi temporalesche, si formano aggregazioni di cristalli di ghiaccio sempre più grosse che precipitano a terra.
Il fenomeno colpisce soprattutto le zone montuose (per le correnti ascensionali) e quelle costiere (per l’evaporazione spinta), con l’Italia a pagare le conseguenze più dure in Europa. Circondata dal mare, la penisola si trova bersagliata e l’area padana in particolare, umida e circondata da montagne, paga un caro prezzo, con frequente precipitazione di chicchi superiori ai 5 cm di diametro.
Danni a persone e cose sono inevitabili. E mentre la scienza cerca accanitamente un modo per migliorare la previsione di questi fenomeni e per provare a contrastarli - al momento con scarso successo - le tecniche costruttive stanno cambiando: tetti più resistenti, finestre a prova di grandine, nuovi materiali e strutture ad hoc sono sul tavolo dei progettisti. È tempo di mutamenti strutturali.